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Il restauro della Residenza e delle sue Soffitte, intrapreso negli ultimi anni,  è stato diretto con l'intento di riportare la dimora nelle condizioni in cui la vide il progenitore agli inizi del '900.

Gli odierni proprietari, discendenti da Donna Clementina Matarazzo, figlia di Ludovico e nipote di Vincenzo, a cui è intestata ancora oggi la piazza sottostante, ex giardino del palazzo, donato al Comune di Castellabate dalla famiglia Matarazzo, hanno conservato questo luogo senza abbandonarlo, seguendone con amore la sua salvaguardia nel tempo.

 

Il restauro della Residenza Matarazzo è stato curato dall'Architetto Flavia Scanzani, che l'ha ristrutturata conservando l'impianto originario della casa. 

 

ll grande salone e l'attigua sala da pranzo con camino sono attorniati dalle quattro stanze da letto, nello stile delle case nobili di un tempo. I materiali locali, come il cotto napoletano, le ceramiche tipiche della costiera, i soffitti in gesso voltati contribuiscono a rendere raffinato il luogo come una volta.

Il mobilio d'antiquariato e i lampadari di vetro soffiato creano il sapore originale di un tempo; il divano '800 originario della casa, per volontà di Clementina, è stato restaurato e riportato nel luogo di origine.

 

Il Recupero Architettonico della Residenza

Il Recupero Architettonico delle Soffitte

Le ultimissime opere hanno coinvolto  anche le  Soffitte,  già abitazioni,  situate al di sopra del piano signorile, rendendole calde dimore. L'Architetto in questo caso ha voluto dare un sapore diverso più adatto ad ambienti mansardati di recupero; ha prediletto portare a vergine i setti murari e mettere a nudo la muratura originaria magistralmente eseguita già dall'era di fondazione nel 1500, e, con questo intento, l'ha fatta spazzolare e lasciare a faccia-vista. Gli elementi squadrati dei muri maestri posizionati a regola d'arte hanno ottenuto risalto e finitura tramite listellatura di sottofondo.

Il soffitto ligneo oggi rispecchia la vecchia orditura del tetto originario ed è realizzato in tavolato di legno massello sorretto da grandi travi di castagno. Le Maestranze e i materiali usati sono del luogo, abitudine di ricerca del professionista.​

Grande cura è stata profusa nel riorganizzare gli spazi, indipendenti grazie a tendaggi divisori ma intercomunicabili, caratteristica dei loft open space. 

L'arredo è semplice ed elegante. Le lampade sono in rame o in ceramica alimentate con il cordone elettrico e gli isolatori di porcellana come si faceva un tempo nei locali sottotetto dove i soffitti lignei non consentivano altra soluzione.

I servizi da tavola sono stati appositamente realizzati dalla scuola di ceramica cilentana di Agropoli.

Le rifiniture richiamano il gusto dei primi del '900 e sono ispirate ai racconti di Clementina, memoria storica della casa, che a pochi mesi di vita arrivò in Italia dal Brasile con suo padre Ludovico; visse per molti anni  in questa dimora di famiglia dove partorì la sua primogenita Elvira, promotrice dell'odierno intervento di restauro.

 

Architetto Flavia Scanzani

www.architettiscanzanidandria.it

via Brennero 47b - 00141 Roma | flavia.scanzani@gmail.com

 

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